Anno nuovo, precari vecchi...

Archiviati panettoni e presepi, voglio iniziare il nuovo anno facendo un po’ di conti, numeri alla mano, per capire cosa ci aspetta per i prossimi dodici mesi. Di certo il 2009 non sarà una passeggiata, questo lo sanno anche i sassi ormai. Giusto per farmi un'idea, ieri ho fatto un breve tour nelle agenzie di collocamento interinale della mia città e l’atmosfera era piuttosto plumbea. Sorrisi stiracchiati e un coro di “la contatteremo appena possibile” poco convinti.

Ma quanto c’è di vero e quanto di urlato in questa crisi?

Partiamo dai sindacati. La Cgil, a novembre, ha lanciato l’allarme. Il quadro prospettato dalla sigla parlava di 400mila precari che sarebbero rimasti senza lavoro al 31 dicembre, a causa di mancati rinnovi sindacali. E’ vero oppure hanno esagerato? Per saperlo dovremo portare ancora un po’ di pazienza, visto che le notizie dall’ arrivano sempre frammentarie e in ritardo. Di sicuro lo studio della Cgil mette sul tavolo altri numeri inquietanti. Sarebbero 3,4 milioni i precari italiani, per lo più giovani fino ai 35 anni e nel solo settore privato.

Quanti ce ne sono nel pubblico? Nessuno lo sa. Di sicuro sono tanti, forse più di un milione, ma nelle fila dello Stato regna il caos computazionale. Tanto che persino il ministro Brunetta aveva messo le mani avanti, promettendo un censimento completo e “un piano di stabilizzazione dei precari meritevoli entro il 30 giugno del 2009”. Staremo a vedere.

Nel frattempo, fresca di giornata, è arrivata una nuova tegola sul binomio occupazione-crescita economica. Stavolta la fonte è l’UE che parla di “minimi storici per la fiducia di imprese e consumatori”. Non c’è bisogno di avere una laurea in economia per capire quanto incida il fattore “fiducia” nei delicati equilibri dei mercati e delle economie planetarie. I dati dell’UE, riferiti al 2008, parlano di crollo dei due indicatori principali l’Esi (economic sentiment indicator) e il Bci (business climate indicator), scesi ai livelli più bassi mai toccati dal 1985 ad oggi. In parole povere non c’è speranza nel futuro e senza speranza andiamo poco lontani. Ovviamente l’Italia è come sempre ben piazzata in classifica. Ci teniamo a far bella figura in Europa e così arriviamo secondi, con un bel -9.9%, superati solo dall’Olanda (-13.2%). E per quanto riguarda la disoccupazione? E’ l’unica cosa che cresce, sempre secondo l’UE. A novembre 2008 siamo arrivati al 7.8%, uno 0.1% in più rispetto al mese prima e uno 0.6% in più rispetto al novembre 2007. Che tradotto in cifre, significa 274mila persone in più senza un lavoro in tutta Eurolandia. Ma nel conto ci sono anche i precari? Sembra proprio di no ma tanto i precari non esistono. Sono solo una leggenda metropolitana, un po’ come il coccodrillo bianco delle fogne di New York. Occhio solo a non farvi mordere. Solo per fame, per carità, nessuna cattiveria. D’altronde, dopo un’interminabile sequenza di stage gratuiti e contratti ridicoli, qualcuno avrà pure il diritto di riempirsi lo stomaco, o no?

Ah dimenticavo: buon anno e felice 2009!

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