Il precariato continua, ma questo blog finisce qui...

noiPrecari chiude. E’ passato un anno da quando mi sono messo all’asta su E-bay come giornalista in vendita e da quando ho deciso di aprire questo spazio on line. Ora credo di essere arrivato in fondo alla storia. L’idea era quella di raccogliere i miei pensieri e quelli di uomini e donne precari come me, cercando di costruire uno spazio condiviso, fedele all’idea che raccontare i propri problemi sia il primo passo per superarli. In parte, credo di aver aggiunto i miei obiettivi. Alla fine di questo percorso, mi ritrovo con una quarantina di post, circa 5mila visite, un po’ di commenti e testimonianze e ancora neanche uno straccio di lavoro… Vabbeh, d’altronde lo scopo di questo blog non era e non è mai stato quello di fare da ufficio di collocamento, quindi va bene com’è andata.

Cos’è cambiato nell’ultimo anno? Credo davvero poco. I precari e gli atipici sono sempre più sfruttati e un po’ più vecchi di quanto non fossero a fine 2008. Con meno prospettive e con quell’amaro in bocca che non t’abbandona mai. Prima non c’era la crisi, ora c’è la crisi, ma chi paga sono sempre i giovani, che escono ed entrano dai posti di lavoro manco fossero le stanze di una casa di tolleranza. Quello che spero sia cambiato in questo anno è la consapevolezza. La consapevolezza di essere usati come carne da cannone. La consapevolezza che porta a voler cambiare le cose, ognuno nel suo piccolo certo, ma spinti da una volontà di reale mutamento.
L’Italia è un paese basato sulla gerontocrazia, ma prima o poi, inevitabilmente, la nostra generazione, quella di chi ha oggi tra i 35 e i 20 anni, prenderà le redini di questo paese e sarà lì, proprio in quel momento, che dovremo dimostrare d’essere migliori di chi ha combinato questo disastro. Ma dobbiamo cominciare subito a cambiare prospettiva o domani potrebbe essere troppo tardi. Non credo sia un discorso di destra o di sinistra, penso che le bandiere qui non c’entrino nulla.
C’è in ballo il nostro futuro e il futuro ha tutti i colori dell’arcobaleno.

Direi che è tutto. Continuate a vivere, lottare e sognare gente. Perché la montagna di guano che ci sovrasta non potrà mai cambiare la nostra intimità e i nostri desideri più profondi, quello che davvero siamo. Quel “singolo centimetro, che è piccolo e fragile ed è l’unica cosa al mondo che valga la pena avere”, come ha scritto un grande narratore come Alan Moore.

La parabola di noiPrecari finisce qui, salvo difficili quanto improbabili colpi di scena. E vorrei lasciarvi così come abbiamo iniziato, dodici mesi fa, con la storia di un ignoto e stanco giornalista, che decide di mettersi all’asta su E-bay. Una bella provocazione e una bella storia.

In bocca al lupo a tutti voi!


Metrocubo in scena a Roma!

Metrocubo sarà in scena a Roma!
Ormai è ufficiale: il teatral-reality sul precariato di Roberto Caccavo sarà nella capitale dal 6 all'8 di novembre. Finalmente una buona notizia, dopo lo stop forzato di tutte le attività che ha colpito quest'estate il Rialto Sant'Ambrogio, location prescelta da tempo per le rappresentazioni romane di Metrocubo.
Un incidente di percorso che aveva colpito da vicino anche questo blog, visto che il sottoscritto ha collaborato alla stesura dell'opera.

Per fortuna, il Teatro Furio Camillo ha dato la sua disponibilità e ospiterà Metrocubo per tre sere. Roberto potrà finalmente esibirsi e il pubblico potrà giudicarlo. Insomma qualche volta anche la normalità fà notizia...

Nonna in vendita su E-bay, l'idea è della nipotina...

Non c'entra nulla con i precari, ma la nonna in vendita su E-bay è una notizia troppo forte e troppo collegata con la mia storia da non condividerla!

La bambina dell'articolo ha davvero un bel caratterino... Credo proprio che diventerà una donna di polso^^

Voi che ne pensate?



La vignetta viene da QUI.

Una vita d'illusioni, la lettera di A. giornalista e precaria...

Amici precari buongiorno (o almeno spero che lo sia per quanto possibile^^).
Oggi mi faccio da parte e vi propongo la lettera speditami qualche giorno fa da una collega giornalista, anche lei precaria come spesso accade in questa professione.

Dateci un’occhiata: è uno spaccato di vita vera, di quelli che colpiscono duro alla bocca dello stomaco.

"Ciao,
mi chiamo A. e ho 33 anni.
Alla fine sei riuscito a trovare un lavoro nel settore del giornalismo?
Io ormai ho perso ogni entusiasmo.
Ho cominciato a scrivere articoli i primi anni di Università, ho avuto anche delle esperienze molto belle (sono stata direttore di un nuovo magazine, ho scritto un libro, ecc.), ho lavorato con realtà diverse (quotidiano, settimanale, mensile per consumatori, società editoriale ecc.) … ma di contratto nemmeno l’ombra!
Solo tante belle parole, e tutto finito lì.
Mi sono capitate cose un po’ “strane”, ti faccio degli esempi:
- un editore mi ha telefonato a fine 2006 proponendomi un progetto editoriale davvero interessante, tra una cosa e l’altra non si è concluso nulla; a giugno eravamo vicinissimi all’assunzione e lui ha avuto dei problemi di salute
- il mio libro è uscito con un anno e mezzo e oltre di ritardo, senza darmi nessuna spiegazione
- un’azienda mi ha cercato perché voleva creare un portale, io ho trovato un grafico con cui collaborare (io i testi, lui la grafica), ma poi tutto è morto lì

Illusioni, illusioni, promesse mai mantenute.
Tutti a dirmi che scrivo bene, che con me si lavora bene… ma dai complimenti ad un’offerta di lavoro c’è di mezzo il mare!!! Al massimo mi sono arrivate proposte per “lavorare” gratis… che tristezza, ad un idraulico non chiedi di aggiustarti i tubi gratis, ad un insegnante non chiedi di seguire i tuoi figli gratis, così… “per la fama”.
Io ho tenuto duro fino adesso, ma ora - dopo oltre dieci anni di INFINITA pazienza, di tenacia, di corsi di inglese, copywriter ecc. ecc., di proposte agli editori ecc. - non ce la faccio davvero più… voglio un futuro, una mia indipendenza, per cui credo che cambierò strada.
Ho tanta delusione, tanta tristezza ma anche tanta rabbia. Emozioni che andrebbero raccontate…"


Che ne pensate del racconto di A.? Volete condividere anche voi le vostre storie di precariato?

Qui tutti hanno voce, basta aver voglia di scrivere.




La vignetta viene da QUI

Metrocubo, date azzerate ma noi andiamo avanti...

Metrocubo rimane nel cassetto. Lo spettacolo teatrale a cui anche questo blog ha contribuito, infatti, sarebbe dovuto andare in scena al Rialtosantambrogio di Roma tra circa un mese, ma gli spettacoli sono stati annullati. La polizia ha sequestrato tutti gli spazi della struttura, azzerando di fatto la stagione teatrale.

Il cammino di Metrocubo però prosegue e il primo teatro-reality sulla precarietà troverà prima o poi la strada del palcoscenico. L’autore e regista Roberto Caccavo non è uno che si perda facilmente d’animo e anch’io sono parecchio cocciuto. D’altronde sarebbe un vero peccato rinunciare ora, dopo gli ottimi riscontri avuti dal Premio Pia Lapini e dal Collinarea Festival 2009.

Anzi sfrutto questo spazio per dire che, chiunque sia interessato alla rappresentazione, può contattare Roberto tramite questo blog e tramite la pagina personale del regista che trovateQUI.

Noi ci crediamo ancora!

54 milioni di senzalavoro nel 2010, la nera previsione dell'Ocse...

54 milioni di disoccupati entro la fine del 2010 nell'area Ocse. Sono i dati diffusi oggi dall'osservatorio europeo e riportati anche dall'Ansa (CLICCA QUI). In poche parole il peggio deve ancora arrivare. Per il nostro paese è prevista una disoccupazione a doppia cifra (10.5%) nell'ultimo trimestre del 2010. Sarebbe quella coda lunga della crisi tanto annunciata quanto temuta. Secondo gli esperti di Parigi, ovrebbe colpire con maggiore durezza l'Italia, la Francia e la Germania, economie finora meno danneggiate dalla recessione mondiale.

Da parte sua il Governo italiano minimizza e parla di una stima troppo pessimista. Una tattica ch el'esecutivo ha più volte usato e che chiaramente tende a sostenere la fiducia nella nostra solidità economica sui mercati. Un modo di fare che ha ragioni decisamente solide visto che ormai tutto il sistema economico mondiale si basa sulla fiducia. Ma la crisi c'è e si vede. Speriamo solo che non peggiori tanto quanto pensano all'Ocse. Speriamo.



La vignetta viene da QUI

Disoccupati, più di due milioni entro fine anno...

Chi ha detto che la crisi era passata?
Date un po' un'occhiata a questo studio (CLICCA QUI) della Confartigianato di Mestre che parla di quasi due milioni di disoccupati in tutta la penisola. E per fine anno dovremmo arrivare a 2 milioni e 200mila, pari all'8.8% della popolazione attiva. Numeri davvero preoccupanti, voi che ne pensate?



La vignetta viene da QUI

Siete precari del Lazio e dovete fare la domanda per il reddito minimo garantito?
Vi segnalo che il CAF-RdB di Rieti offre un servizio di assistenza gratuito per la compilazione del modello per accedere al reddito minimo garantito istituito dalla Regione. Uno dei requisiti richiesti è il certificato ISEE, riferito all’anno 2008, che potrete richiedere presso lo stesso CAF (Via Fratelli Sebastiani n. 171 – vicino Caserma Vigili del Fuoco).

E se non siete di Rieti come il sottoscritto?
Le RdB hanno una rete di CAF sparsi in tutti i capoluoghi del Lazio (LI TROVATE QUI) e potete contattarli per sapere se offrono anche a casa vostra lo stesso servizio.

Occupazione, sarà un autunno di sofferenze...

Ok ragazzi le ferie sono finite. Almeno per i fortunati che le hanno avute. Per gli altri, magari per quei precari in attesa di un rinnovo di contratto che manco il Santo Graal, è comunque la fine del periodo “sono tutti in ferie e quindi anch’io posso far finta di esserlo”. Insomma, archiviati paletta e secchiello, ricominciano i problemi, i mal di pancia e gli invii forsennati di cv.

L’autunno è sempre un momento topico per chi è in cerca di lavoro: le aziende, infatti, reclutano nuovi lavoratori o a fine estate o a inizio anno. Quindi è il momento di darci dentro.

Ma che autunno ci aspetta? Quali prospettive ci sono per l’occupazione italiana? Nessuno ha la palla di vetro, ma qualche intervento informato c’è già stato. Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha parlato di una crisi che “sta gradualmente rientrando”, ma che la situazione è comunque ancora caratterizzata da “forti incertezze”. Sempre secondo Draghi, il PIL nel 2010 potrebbe ricominciare a crescere, ma questo non significa necessariamente che i precari e gli atipici potranno tornare a lavorare e sperare.

E le aziende come sono messe? “Non poche imprese – risponde Draghi - soprattutto quelle più esposte verso gli intermediari finanziari, che avevano avviato prima della crisi una promettente ristrutturazione, colte a metà del guado dal crollo della domanda, potrebbero veder frustrato il loro sforzo di adeguamento organizzativo, tecnologico, di mercato; rischiano la stessa sopravvivenza”. E se rischiano la sopravvivenza dovranno rivolgersi a manodopera sempre più volatile e avventizia, anche per i lavori specialistici e di concetto, perché la parola d’ordine è sempre e comunque risparmiare. E indovinate un po’ chi è che pagherà la corsa al risparmio causata dalla stretta sul credito da parte delle banche e la crisi dei comparti produttivi? Vi sentite chiamati in causa? Ma non è che avete la coda di paglia?!?!

Insomma Draghi non c’è stato di grande conforto. Ma a sentire la Confindustria e il ministro del Welfare Sacconi, le cose non migliorano.

«A settembre, ottobre e novembre, pur essendo l'economia in ripresa, qualche problema ci sarà» sul fronte dell'occupazione. Sono le parole del vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei su Radio Uno. «Mi auguro - ha proseguito Bombassei - che il problema sia limitato e che, anche se si perderanno posti, le misure prese saranno sufficienti per arginare gli effetti sui consumi».

Mentre per Sacconi si tratterà di “un autunno freddo” e che “potrebbero esserci posti a rischio”. Evvai! (i virgolettati li ho presi dall'edizione on line del Messaggero CLICCATE QUI)

Sentiamo i sindacati, magari loro ci rincuorano. “Un milione di posti di lavoro in meno alla metà del 2010”. Ecco fatto. Andiamo bene. Speriamo che Agostino Megale, segretario confederale della Cgil che parla in base alle stime Ires, abbia sbagliato i calcoli. In difetto.
"Purtroppo il nostro Paese – continua Megale - rispetto ai segnali di rallentamento della recessione economica di Stati Uniti, Francia e Germania, con il suo Pil a -6% nel 2009, rischia un impatto sull'occupazione in autunno molto pesante”.
"Il passaggio del tasso di disoccupazione dal 6,3% al 9,4% del 2009 ed al 10,3% nel 2010 porta tra gli 800mila ed un milione di posti di lavoro a rischio alla meta' del 2010” (fonte ADN/Kronos).

Insomma, se da un lato ci dicono che la crisi sta passando, cosa che credo sia in parte vera, dall’altra non penso che ci sarà troppo da stare allegri nei prossimi mesi. Soprattutto perché chi stava male prima continuerà, probabilmente, a stare male anche dopo. E’ saggezza popolare, ma direi che calza a pennello. Il problema di fondo rimane sempre lo stesso. Finché ci saranno lavoratori di serie A e serie B, saranno sempre quest’ultimi a pagare le conseguenze più pesanti delle congiunture economiche sfavorevoli. Quel che servirebbe è una rivoluzione etica del mercato del lavoro italiano, cercando di riaggiustare quei pesi e quelle garanzie che oggi pendono da un solo lato. La crisi è un’opportunità di cambiamento.

Non si tratta di destra o di sinistra, si tratta di persone con il loro sacrosanto diritto alla dignità e alla felicità.


La vignetta viene da QUI

Reddito minimo garantito, finalmente una data certa!

“Dal primo al 30 settembre, si potranno presentare le richieste per ottenere il reddito minimo garantito. I moduli da compilare si potranno trovare negli 800 uffici postali della regione, nei 60 comuni capofila di distretto socio-sanitario e nei 20 municipi del comune di Roma. Anche le province potranno distribuirli tramite i centri per l'impiego e le altre strutture accreditate”.

Finalmente è arrivato l’annuncio ufficiale della Regione Lazio: l’operazione “reddito minimo garantito” partirà a settembre, dopo una gestazione di circa sei mesi. Lo ha annunciato l'assessore regionale al Lavoro Alessandra Tibaldi, quindi l’impegno è di quelli vincolanti. In ballo ci sono aiuti economici per 580 euro al mese, che saranno erogati agli atipici laziali tra i 30 e i 44 anni, purché non abbiano superato un imponibile di 8000 euro per il 2008.

“Le domande - ha continuato la Tibaldi - potranno essere consegnate presso i comuni capofila e i municipi, oppure essere inviate mediante raccomandata con ricevuta di ritorno. Una volta raccolte tutte le domande pervenute, le province stileranno le graduatorie degli aventi diritto, secondo i criteri stabiliti dalla regione. Contiamo che i beneficiari del reddito minimo possano ricevere il primo assegno a novembre”.

Moduli e guida alla compilazione dovrebbero arrivare a breve anche su internet, tenete sott’occhio questo sito
(CLICCATE QUI)

Saranno poi gli uffici postali ad erogare i contributi mensili ai vincitori delle graduatorie.

Un’ultima annotazione: è plausibile che ci sia un massiccio afflusso di domande e che i fondi a disposizione, come spesso capita, siano minori delle richieste pervenute. E’ meglio quindi muoversi subito, proprio ai primi di settembre, così da scavalcare eventuali “pari requisiti” che se la sono presa un po’ più comoda. Fa molto guerra tra poveri, lo so, ma così vanno le cose…

Buone vacanze cari lettori precari, io stacco la spina per un po’ e vi auguro di passare qualche giorno in sereno relax. In rigoroso low cost, ovviamente. E se partite, ricordatevi di portare il giusto santino. Eccolo qui, meno male che c’è lui a proteggerci…



La vita e le opere del santo più precario dell'universo le trovate QUI

Reddito minimo, slitta ancora di un mese

Slitta ancora in avanti la telenovela del reddito minimo garantito per i precari del Lazio (580 euro al mese, fino a un tetto di 7000 euro l'anno).

Questa mattina, infatti, la Regione ha deciso che sarà possibile fare le richieste d'assegnazione solo "tra la fine di agosto e la fine di settembre", con l'erogazione del contributo, da parte delle Poste, che dovrebbe partire "a novembre". Sempre che la futura graduatoria d'assegnazione non vada incontro ad intoppi burocratici.
La nuova disposizione temporale si trova sul sito web istituzionale (CLICCATE QUI) e ci è stata confermata anche dall'Urp regionale.

Ancora a bocca asciutta, quindi, i precari del Lazio, che continuano ad aspettare l'applicazione di una legge approvata in primavera e che fatica a decollare. Anche i sindacati hanno fatto più volte la voce grossa, perché i tanto attesi moduli di richiesta sarebbero dovuti arrivare prima a fine giugno, poi a metà luglio e oggi, scopriamo, non arriveranno prima di fine agosto. Sperando che sia la volta buona, anche perché siamo già a due terzi del 2009...

Pazientate gente pazientate e nel frattempo controllate di avere tutti i requisiti per fare la domanda. C'è precario e precario, tenetelo bene a mente.




La vignetta viene da QUI

Metrocubo, finalmente la prima!!

Signori e signore, un attimo d'attenzione prego! Finalmente il progetto teatrale "Metrocubo" ha preso vita e domani ci sarà la prima rappresentazione nazionale!

L'amico e regista Roberto Caccavo (eccolo qui sotto in azione!) è pronto a mostrare al mondo la sua creatura precaria, creatura che questo blog ha contribuito a far nascere.




L'appuntamento è fissato per le 22 di domani, 25 luglio, al Collinarea Festival 2009, all'interno del cortile del castello di Lari, in provincia di Pisa.CLICCATE QUI PER GOOGLE MAPS

Anch'io sarò presente all'evento e sono convinto che sarà una bella serata.

Di seguito una breve presentazione dell'esperimento teatrale, una sorta di reality da palco con un unico concorrente:

"Ho difficoltà a riquadrare le cose.
Un uomo in scena con il proprio microcosmo abitativo, un metro-cubo o poco più di casa dove vivere, un rifugio segreto dove nascondersi, un minimo necessario garantito, un'isola mentale e fisica, una prigione, una tomba per vivi, un non-luogo claustrofobico o di liberazione. Un uomo in scena con la propria vita, la propria storia. Un uomo a cui non è stato detto di essere quella sera l'unico protagonista di uno spettacolo che non esiste. Questo è un (non) spettacolo della precarietà, del teatro e della vita o della vita del teatro o del teatro della vita o della vita in teatro; è una presa di posizione, è un vero reality, un progetto sulla quotidianità, il piano emblematico di una società dell'esclusione, è l'estrema conseguenza che si traduce in grottesca, solitaria, litania popolare. All'interno della casa, oltre all'attore in carne e ossa, vivrà come entità virtuale l'implacabile tivvù di Andrea Cosentino: l'autarchico-demenziale Telemomò, una prospettiva sghemba e paradossale sul voyeurismo dello spettatore".

"...ed è proprio in questi tempi che si materializzano piccoli sogni, è come se ti venissero a cercare loro."

Per informazioni e prenotazioni, c'è il numero 338495981 oppure la mail info@babalush.it. E se ancora non vi basta CLICCATE QUI per il sito ufficiale del festival.


Partecipate numerosi!

Reddito minimo garantito, chi può chiedere i soldi alla Regione?

Cari lettori precari, eccomi di ritorno su questo blog!

E’ da circa due mesi che non scrivo più una riga sul meraviglioso (ok, sono ironico) mondo del precariato, ma non preoccupatevi: non ho trovato un lavoro stabile, sono ancora precario. Anzi, sono tornato studente. Ho deciso infatti d’intraprendere l’ennesimo investimento in formazione della mia vita e così dovrò ancor di più stringere la cinghia, sperando che sia la volta buona. In alternativa mi aprirò un bar sulla spiaggia…

Cmq non sto postando per raccontare i fatti miei (che credo abbiano interesse davvero limitato), ma per parlare degli aiuti pubblici ai precari. Mi riferisco al reddito minimo garantito nel Lazio, un esperimento pilota partorito dal governo Marrazzo e che ha l’obiettivo di dare aiuti economici a disoccupati e atipici. Le domande sono già aperte da un paio di settimane, i cittadini laziali possono rivolgersi ai Municipi di Roma o al proprio comune capofila (in genere il capoluogo di provincia) o agli Urp della Regione per la compilazione e per avere tutte le informazioni del caso. Peccato che i moduli non siano ancora disponibili. La Regione non ha dato date certe nella legge pubblicata nel BURL (CLICCATE QUI PER LA LEGGE), anche se sembra che i tanto attesi fogli di carta (fonte Cisl) arriveranno negli uffici pubblici dal 15 di questo mese. Occhio, però, che si tratta solo di una promessa fatta dall’ente pubblico ai sindacati. Per quanto mi riguarda, seguo la filosofia di San Tommaso…

Passando alle cifre, vi dico subito che parliamo di roba consistente: 580 euro al mese per precari o disoccupati e fino a 7000 euro l’anno. Il tetto di spesa è di 20 milioni di euro, ma potrebbe essere raddoppiato. I fondi verranno stanziati dopo la composizione di una graduatoria.
Un aiuto niente male per chi è abituato a fare i salti mortali per pagare l’affitto o fare la spesa.
Ci sono però diversi inghippi, a mio avviso usciti solo ora perché fino ad un mese fa eravamo in campagna elettorale…

Prima di tutto è una misura che si applica solo a chi ha tra i 30 e i 45 anni, quindi chi non rientra in questa fascia si attacca.
E i giovani? Tanto fino a 30 anni stanno a casa con mammà e papà e chisseneimporta se hanno voglia di uscire dal natio ostello e farsi una famiglia. Si arrangino che per loro non c’è posto. Per non parlare, poi, degli over 44. Gente che, mediamente, ha famiglia e figli a carico, che ha ancor più difficoltà dei giovani a riciclarsi in ambito lavorativo, ma che non potrà chiedere alcun aiuto alla Regione…

Poi c’è il tetto di reddito, stabilito a non più di 8mila euro dichiarati nel 2008. Decisamente basso, qui non parliamo di atipici, qui parliamo di poveri. Basta guadagnare 700 euro netti al mese per sforare il tetto. Una cifra ridicola di questi tempi.

Poco o niente, infine, si dice per chi è precario E deve pagarsi un affitto, magari perché è un fuorisede costretto a vivere lontano da casa (ma sempre all’interno della regione) per motivi di lavoro. C’è solo una piccola voce dedicata a chi è in “dichiarata emergenza abitativa”. Ok, bene che ci sia almeno quello, ma l’esercito di laziali, che magari lavorano per 600 euro al mese e devono pagarsi una stanza a Roma dove li mettiamo? Niente punti in più per loro, in fondo sono abituati alle acrobazie…




VIGNETTA PRESA DA QUI

Primo Maggio, di chi è la festa?

Oggi è il Primo Maggio, festa dei lavoratori. Come ogni anno arriva con il suo contorno di concertone romano, discorsi sindacali e bandiere al vento delle diverse tonalità del rosso. E' giusto che esista una festa dei lavoratori? Credo di sì, anche se mi dà sempre quel gusto di ghettizzazione come la festa della donna...

E' giusto che festeggino anche gli atipici? Credo proprio di no. Oggi si festeggiano le vittorie sindacali, le conquiste dei lavoratori dal secondo dopoguerra in avanti. I precari cosa avrebbero da festeggiare? I contratti a termine selvaggi? I contratti a progetto senza ferie, senza malattia e senza contributi? La verità è che il precariato ha azzerato le conquiste dei lavoratori, ottenute anche attraverso l'opera di Cgil, Cisl e Uil, questo bisogna ammetterlo.

Ma dov'erano i sindacati quando è arrivata l'onda atipica? Ah già, erano impegnati a difendere i loro iscritti, quelli a tempo indeterminato e con la tessera. E così eccoci qui. Buon Primo Maggio, ma non festeggiate troppo la festa dei lavoratori. Noi siamo solo degli invitati a tempo. Bisogna camminare in punta di piedi.

Precariato, ecco le tavole della Legge...

Rieccoci qui, dopo una pausa di riflessione un po' lunghetta... Non vi preoccupate: non ho ancora trovato lavoro! Però sono un disoccupato davvero impegnato ultimamente...

Stavolta voglio farvi sorridere (spero) con i dieci comandamenti del precario. Immagino di non essere il primo a scrivere cose del genere, ma vi assicuro che è tutta farina del mio sacco. Al massimo, se vi fanno schifo, saprete a chi dare la colpa.

I dieci comandamenti del precario:

Non desiderare un lavoro a tempo indeterminato, atipico è più bello

Non provare a farti una famiglia, i single vanno di gran moda

Non pensare di aprire un mutuo e comprarti casa, in affitto si vive benissimo

Non desiderare stabilità perché non ne avrai

Non fare progetti a lungo termine, perché i contratti vanno vissuti giorno per giorno

Non andare in vacanza e resta sempre in attesa di un ingaggio, così risparmi pure sulle ferie

Non provare ad ammalarti, perché sennò ti salta il rinnovo

Non ti preoccupare della tua professionalità, servono ingranaggi sostituibili, mica persone capaci

Non ti affezionare troppo ai colleghi, saranno tuoi colleghi per poco

Non pensare alla carriera, tanto non la potrai mai fare


E se dopo tutto questo hai ancora voglia di lavorare, complimenti davvero. Sei uno che ha un palmo di pelo sullo stomaco e che forse un contratto a progetto di tre mesi potrebbe anche riuscire a strapparlo… Crisi permettendo…

Intervista esclusiva, parla Guglielmo Rositani del Cda Rai...

NOIPRECARI OFFRE UN'ESCLUSIVA NAZIONALE. Sì perché sono riuscito ad intervistare, dopo un mese e mezzo d'inseguimento, il nuovo consigliere anziano del Cda Rai, Guglielmo Rositani.

Visto che questo blog parla di precariato e che i media sono uno dei settori in cui il precariato è più feroce, credo che questa intervista possa interessare i miei lettori. O almeno spero vi possa incuriosire. La mia intervista è stata pubblicata oggi anche sul Tempo, edizione Lazio Nord.

Giacca verde e pantaloni blu, Guglielmo Rositani è un politico di lungo corso, ma di certo non ha mai perso l’aria da professore. D’altronde lui il professore l’ha fatto davvero: 28 anni come insegnate dell’istituto tecnico commerciale di Rieti non passano inosservati.
Raggiungiamo il consigliere anziano del nuovo consiglio d’amministrazione Rai nella piazza del Comune di Rieti, comodamente seduto davanti al bar Quattro Stagioni. Rositani stringe mani e raccoglie complimenti, ma non parla volentieri della televisione nazionale né di politica. Non concede interviste e noi abbiamo dovuto inseguirlo per settimane. E alla fine ce l’abbiamo fatta.
“Niente politica e niente domande sul futuro della Rai – ammonisce subito - Sono un consigliere di maggioranza in un cda appena insediato e alle parole preferisco i fatti”. Però acconsente a sentire tutte le domande in programma e, da come sorride tranquillo, capiamo che c’è spazio di manovra.

Cominciamo dal principio, cioè dalla notizia della nomina. Rositani è entrato nel cda di via Mazzini lo scorso 18 febbraio, ma a Rieti si rincorrevano, già prima di Natale, voci e mezze certezze sulla sua futura nomina. Ma lui, Rositani, quando lo ha saputo ufficialmente?
“Mi è stato detto direttamente dal presidente della Camera Gianfranco Fini – ci risponde – Eravamo a Roma, nel suo studio, e mi confidò di volermi affidare questo incarico in Rai oppure il sottosegretariato ai Beni Culturali. Io dissi che avrei preso quello che veniva prima e così è stato”.

Rositani, lei è sindaco di Varapodio, il suo paese d’origine in Calabria, membro del Cda Rai (azienda nella quale è rientrato, dopo aver fatto parte del Collegio sindacale Rai dall’86 al ’92) e di quello per il Ponte sullo Stretto di Messina. Fino a due settimane fa faceva parte anche del direttivo nazionale di An. Ma come riesce a conciliare tutti questi impegni?“Il mio normale giorno di lavoro è molto faticoso, ma io non sono un carrierista e per questo riesco a fare molto di più dei carrieristi, che fanno qualcosa solo in funzione del gettone di presenza. E’ ovvio che il gettone conta anche per me, sarei ipocrita a negarlo, però è l’ultima delle mie preoccupazioni”.

Ma come si svolge una giornata tipo di Guglielmo Rositani?
“Dal lunedì al venerdì e dalle 10.30 alle 21 sono in Rai e nella pausa pranzo, mi dedico al cda del ponte sullo Stretto. Per fortuna la carica di sindaco di Varapodio è più una questione sentimentale che amministrativa, e poi posso contare su un valido vicesindaco, che gestisce il comune senza che io debba recarmi in Calabria più di una volta al mese. Il partito vorrebbe che entrassi anche nella commissione nazionale dello spettacolo, ma onestamente non credo di potercela fare. Sono lusingato dall’offerta del Pdl, perché è un riconoscimento alla mia capacità d’intervenire in situazioni complesse, ma la Rai assorbe quasi tutte le mie energie”.

Rimanendo in casa Rai, conosceva già il nuovo direttore generale Mauro Masi e il presidente Paolo Garimberti prima che arrivassero ai vertici dell’emittenza nazionale?
“Li conoscevo entrambi prima delle nomine. – continua Rositani – Garimberti è un giornalista serio e stimato, che seguo dai tempi delle sue corrispondenze dall’America e dal Vietnam. Mentre sono stato io stesso a proporre, in termini formali e in sede di cda, il nome di Mauro Masi come direttore generale. Apprezzo le sue qualità di manager e sono certo che saprà subito calarsi all’interno dell’azienda e prendere le decisioni giuste”.

Visto che siamo in argomento, quali sono le priorità della “sua” Rai?
“Razionalizzare i costi e migliorare la qualità dei programmi. Sono i due punti cardine su cui dovremo lavorare nei prossimi tre anni”.

Con un reatino d’adozione nel cda (Rositani è in città dal 1965 ndr), cambierà qualcosa nel rapporto Rieti-Rai?“Di sicuro ci saranno ricadute sul territorio, sia a livello di visibilità che di possibilità turistiche. Ho in mente grandi cose per il 2010, ma è presto per parlarne. Certamente Rieti e provincia dovranno essere più presenti nel Tg regionale di Rai Tre. Uno dei miei primi obiettivi è quello di riattivare un’efficiente copertura giornalistica sulla nostra provincia”.

Ma qual è il Rositani pensiero sulla recente nascita del Pdl? Non ci sono possibilità che si verifichino lotte intestine come è avvenuto e sta avvenendo all’interno del Pd? Rositani sospira, ci ricorda che la politica doveva essere un argomento tabù, ma che, in fondo, un piccolo strappo alla regola potrebbe anche farlo.
“C’è una differenza sostanziale tra noi e il Pd. – risponde - La loro è stata una fusione fredda e violenta. Il Pdl, invece, è nato dopo un lungo fidanzamento. E’ l’evoluzione naturale di alleanze che sono cominciate nel 1994 e che hanno dimostrato negli anni di essere solide e serene. Il nuovo partito è nato sotto i migliori auspici”.

Guglielmo Rositani è nato nel 1938, è stato quattro volte deputato e l’incarico in Rai durerà per i prossimi tre anni. Cosa vede ancora nel suo futuro? Pensa di ritornare nell’arena politica dopo l’incarico di via Mazzini?“Questo davvero non lo so – ride – Di certo, ho intenzione d’andare avanti altri 70 anni. Berlusconi dice di poter arrivare fino a 120 anni e io non voglio essergli da meno. Scherzi a parte, finché ci saranno l’entusiasmo e la voglia di fare a tenermi in piedi, andrò avanti. Quando finiranno, sarà arrivato il momento della pensione. Ma credo proprio che quel giorno sia ancora lontano”.

Terremoto a L'Aquila, ecco come aiutare...

Una città è stata dilaniata stanotte. Lo sapete già tutti: L'Aquila è stata duramente colpita dal sisma di questa notte. Le vittime sono decine, i bilanci parziali hanno già superato quota novanta e alcuni di loro sono bambini. Anche a Rieti, la mia città, abbiamo sentito la terra tremare. Siamo stati svegliati nel cuore della notte e molti si sono riversati in strada. Anche Rieti è zona sismica e L'Aquila è a circa un'ora di macchina dalle nostre case. Da sempre i reatini vanno all'università o per lavoro all'Aquila e questa mattina ho dovuto fare un lungo giro di telefonate per assicurarmi che tutti i miei amici stessero bene. E per fortuna tutti stanno bene, anche se la lista di dispersi è maledettamente lunga.

Mi sento colpito come fosse successo sotto casa mia. Stavolta il precariato non c'entra, c'è la vita e la disgrazia che irrompono e bisogna lottare per salvare il possibile. Allora mi sono chiesto cosa posso fare? Cosa posso fare mentre i soccorritori scavano e salvano vite? Posso fare il mio lavoro, il giornalista, spiegando dove e come si può dare una mano. Possiamo donare il sangue, fare donazioni ad associazioni (serie ed organizzate mi raccomando), che porteranno letti e pasti caldi ai sopravvissuti, possiamo mettere a disposizione la nostra seconda casa o una stanza per ospitare i cugini abbruzzesi che hanno perso tutto. Insomma possiamo fare tanto.

Donazioni del sangue: contattate l'Avis CLICCATE QUI oppure chiamate lo 06/491340 se siete del Lazio. In alternativa, recatevi nell'ospedale della vostra città. Nel Lazio, i centri di raccolta sono QUESTI QUI. L'Avis ha una struttura capillare sul territorio nazionale e ovunque voi siate, potrete contribuire.

Donazioni: l'Ansa riporta alcuni indirizzi utili in Abruzzo CLICCATE QUI. Ma se non siete in Abruzzo, contattate le Caritas diocesane. Sono già partite le raccolte fondi e l'ente ecclesiastico ha una lunga storie d'intervento e d'aiuto in casi di catastrofi naturali. Per i reatini, la Caritas diocesana di Rieti ha fatto partire una sottoscrizione nella sede della Curia vescovile, in via Cintia. E' possibile donare anche versando i soldi nel cc dedicato aperto presso l'Unicredit Banca di Roma in piazza Cesare Battisti. Il cc è il numero 000005208129 Abi 2008 Cab 14603 specificare "Terremoto in Abruzzo". Anche la Caritas di Roma ha fatto partire una sottoscrizione, la trovate QUI.
Sempre per chi è di Rieti e dintorni, c'è la possibilità di donare acqua e coperte in piazza Vittorio Emanule II. La raccolta è organizzata da Azione sociale e si svolgerà oggi dalle 16 alle 20 e nei prossimi giorni dalle 10 alle 20. Sarà possibile consegnare il materiale anche nella sede di Area, in via Terenzio Varrone 140, e presso la piscina comunale del centro sportivo Asi di Cittaducale.

Solidarietà, altri indirizzi utili a Rieti:

CRI – Croce Rossa Italiana - Via Carocci n. 8 - Raccolta: viveri, vestiario nuovo.
Centro Giovanile - Piazza Angelucci telefono 0746/297828. Punto raccolta davanti al centro commerciale Perseo.
“Azione Sociale” “Teseo Tesei” “Associazione Sportiva Italiana” - Archi del Comune di Rieti, fino a oggi alle 18. Raccolta: acqua, viveri e coperte
Caritas via Sant’Agnese 0746/253641 - punti di raccolta: via Sant’Agnese (solo di mattina), chiesa San Michele Arcangelo e “Recuperandia” in piazza Oberdan. Raccolta denaro.


Donazioni telefoniche: Basta mandare un sms al numero 48580 per donare un euro ai terremotati. I fondi saranno gestiti dalla Protezione Civile e si può donare con qualsiasi operatore telefonico.

Accoglienza sfollati: Contattate l'ufficio gestione emergenze della Protezione Civile per mettere a disposizione la vostra seconda casa o una stanza per accogliere chi ha perso tutto. Potete farlo attraverso il sito del TG1CLICCATE QUI oppure chiamando il numero verde regionale della protezione civile, quello del Lazio è l' 803555.

Per il momento è tutto, ma vi terrò aggiornati. Mi raccomando: ognuno può fare la sua parte!

noiPrecari sbarca a teatro...

Salve ragazzi e gentili lettori! Oggi non vi voglio ammorbare con terribili statistiche e lamentazioni sul mondo del lavoro (tanto lo sapete già che siamo in un mare di guano, non serve che ve lo ricordi di continuo...).

Volevo, invece, rendervi partecipi di una bella iniziativa. noiPrecari e me medesimo faremo parte "virtuale" dello spettacolo teatrale Metrocubo, che il regista e attore Roberto Caccavo sta preparando in queste settimane (trovato la sua pagina personale nel menù a destra). Metrocubo è uno spettacolo sulla precarietà della vita ai nostri giorni e appena Roberto e io ci siamo sentiti abbiamo capito che potevamo lavorare insieme.

Insomma un pezzetto di Metrocubo partirà da qui, da noiPrecari. Onestamente ne sono un po' orgoglioso, perché significa che qualcosa si può muovere davvero e che piano piano possiamo far sentire la nostra voce. Ora possiamo solo incrociare le dita e sperare che il tour teatrale di Metrocubo possa essere il più lungo e fortunato possibile. Vi farò sapere per la prima.

Statemi bene. Tenete duro e fate il tifo per questo piccolo blog che vuole combattere e sopravvivere.

L'esempio americano e l'ipocrisia italiana...

Obama chiede e ottiene la testa dell'ad di General Motors Wagoner come precondizione per l'erogazione di fondi pubblici e qualche giorno fa 24 manager del colosso assicurativo a stelle e strisce AIG hanno restituito allo Stato federale 50 milioni di euro (provenienti da aiuti anti-crisi), che si erano ridistribuiti come premio produttività. Certo che l'America è uno strano paese, sembra addirittura che lì chi sbaglia paghi davvero. D'altronde la crisi è colpa loro (o almeno principalmente colpa loro), quindi è meglio che si rimbocchino le maniche, su questo non ci piove.

Ma in Italia? Non scherziamo... Che forse qualche manager nostrano è stato defenestrato per aver fatto colare a picco Alitalia? E quelli che nel corso dei decenni hanno alimentato disavanzi da urlo nelle Ferrovie dello Stato?

Obama, tra i suoi primi atti postinsediamento, ha bloccato gli stipendi di tutti i funzionari governativi che guadagnavano oltre una certa soglia annua. Il principe William d'Inghilterra volerà in classe economica per ammortizzare le spese. E in Italia? Qualcuno ha sentito anche una sola proposta di abbassarsi lo stipendio da parte dei nostri augusti parlamentari? Che per inciso sono i più pagati al mondo... Qualcuno ha sentito parlare di abbassare gli stipendi dei manager pubblici? C'è stata qualche timida mezzavoce, ma tutto è stato coperto in un battibaleno.

Perché? Perché siamo un paese di ipocriti. Perché ci riempiamo la bocca di lavoro che non c'è e crisi economica, ma poi ognuno bada al suo orticello. E i peggiori sono quelli che non avrebbero bisogno, i ricchi e i privilegiati del sistema. Quelli che dovrebbero dare l'esempio, tracciare la rotta prima con i fatti e poi con le parole. Non importa quanto si potrebbe risparmiare realmente, importa il gesto in sè.

Ma no, i sacrifici facciamoli fare ai precari, ai disoccupati, alle famiglie monoreddito, ai pensionati. Loro sono abituati a soffrire, hanno la scorza dura, sopravviveranno. Grazie davvero, ne avevamo bisogno.

Sussidi per disoccupati, un mare di richieste...

Le richieste dei sussidi di disoccupazione sono aumentati di quasi il 50% nei primi due mesi del 2009. In crescita del 46% per essere precisi (fonte Ansa). Non è un dato elettorale, politico o sindacale: sono dati Inps. Quindi certi e ufficiali. Sono 370561 i lavoratori italiani rimasti al palo e che hanno deciso di ricorrere al sussidio di Stato. Rispetto allo stesso periodo del 2008 sono 166983 in più, praticamente una città come Terni.

Con questi dati, potrei gonfiare le penne come un pavone e cominciare a dire:"Ve l'avevo detto io! L'avevo detto che servivano correttivi, che la crisi si sarebbe scaricata sui lavoratori e che così non possiamo più andare avanti". Ma onestamente, ho solo voglia d'intristirmi e tacere. Non tanto per la disoccupazione in sè, che è comunque cosa drammatica, quanto per le prospettive.

Dall'Europa ci fanno sapere (e anche nel resto del mondo sono concordi) che non ci sarà ripresa almeno fino al 2010. E nel frattempo? Cosa faranno i padri di famiglia che hanno perso il lavoro, le madri single, i giovani che magari pensavo di sposarsi e invece si attaccano al tram? Aspetteranno e forse dovranno tornare all'arte di arrangiarsi. In ogni caso, i lavoratori disoccupati che hanno diritto al sussidio sono dei privilegiati. Perché c'è chi aveva contratti a progetto e non ha diritto ad una beneamata, perché c'è chi non ha abbastanza contributi per chiedere soldi all'Inps e intanto non lavora, perché c'è chi è stato licenziato da un'azienda che ha meno di 15 addetti e quindi non ha diritto alla cassa integrazione (mentre la Fiat sì, l'Alitalia sì, ecc ecc...).
Insomma ci sono disgraziati di serie A e di serie B, una suddivisione valida in tutti i campi della vita.

Cosa posso fare per voi? Darvi i link con tutte le informazioni per chiedere la disoccupazione sia ordinaria che straordinaria (CLICCATE QUI oppure QUI) E speriamo che non vi servano.

Reddito minimo precari...

Reddito minimo garantito per disoccupati e precari del Lazio. Parliamo di 400-500 euro al mese, robetta consistente per chi è fermo al palo. E' questa la misura varata dal governo Marrazzo e che si rivolge a tutti i residenti della regione.

Io sono venuto a conoscenza della misura ieri mattina, dalle colonne del Tempo Lazio Nord e grazie all'articolo del collega e amico Marco Staffiero (precario e sottopagato anche lui, per cui ci intendiamo bene^^).

Ovviamente, come sempre succede in Italia, non si capisce ancora chi potrà fare la domanda, quando e quanti fondi ci sono. "La legge partirà prima come sperimentazione, poi si vedrà", fanno sapere dalla Regione. Di sicuro, bisognerà fare richiesta al proprio Comune di residenza. Per quanto mi riguarda sono già in fila.

Qui potete leggere un po' di comunicati ufficiali, direttamente dalla Pisana CLICCATE QUI

Vi lascio con un quesito: ma siamo sicuri che non sia solo una manovra demagogica pre elettorale, visto che nel Lazio a giugno si voterà in quattro province? Siamo sicuri che qualcuno vedrà davvero il sussidio oppure diventerà solo l'ennesimo Santo Graal dei precari? A pensar male, come dice uno scaltro vecchio, si commette peccato, ma in genere ci si azzecca...

Laureato in vendita su E-Bay! La Francia copia l'Italia...

E un altro si è messo in vendita, proprio come me!

E' di poche ore fa, infatti, la notizia della messa all'asta su e-bay di Yannick Miel, ventitrenne francese con un master in economia stufo di fare colloqui e mandare cv senza approdare mai a nulla (per approfondire la vicenda CLICCATE QUI). E se si sente stufo lui a soli 23 anni, cosa dovrei dire io a quasi 29 e con cinque mesi di disoccupazione alle spalle?

Onestamente mi sarebbe piaciuto leggere il suo annuncio su E-bay, ma non sono riuscito a trovarlo... boh tanto il mio francese è assolutamente disastroso per cui non penso avrei capito più di una parola su cinque.

La vicenda di Yannick, come la mia dello scorso novembre, sono campanelli d'allarme che non possono essere ignorati. Significa che siamo vicini al punto di rottura. E le rotture (già in atto per molti versi) non sono mai indolore. Se poi ci fermiamo un attimo e riflettiamo sull'eticità del "nuovo" mondo del lavoro, rischiamo davvero un'ulcera perforante.

Magari Yannick troverà lavoro, può darsi che in Francia decidano di premiare la sua intraprendenza. Qui in Italia nessuno o quasi mi ha considerato quando fu il mio momento. Tanta attenzione mediatica e poche proposte serie. Certo, la mia è stata prima di tutto una provocazione, ma con le provocazioni non si riempie il carrello della spesa, se capite cosa intendo.

Staremo a vedere.

noiPrecari in diretta...

Udite udite! Per chi fosse interessato a sentirmi in "viva voce", sarò ospite di Lady Radio (radio diffusa a Firenze, Prato e Pistoia) il prossimo mercoledì mattina intorno alle 8.45, durante il Gr del mattino. Parlerò, su invito del collega e amico Francesco Pini, di precariato e di questo blog, dei nostri problemi e delle nostre richieste.

Inoltre è possibile ascoltare la radio in streaming, basta CLICCARE QUI

Lo so che è un'alzataccia, ma datemi sostegno (almeno virtuale^^)

Storie di precari...

Oggi ho trovato anche queste interessanti storie di precariato (credo siano riprese dal blog di Panorama), a dimostrazione che il lavoro "a pezzi" è un problema diffuso non solo tra chi ha tra venti e trent'anni, ma anche tra chi va per i 40...

CLICCA QUI

Un convegno...

Ciao a tutti! Stavolta voglio rendervi partecipi di un'interessante conferenza a cui ho avuto la fortuna di assistere proprio ieri. L'occasione è stato l'arrivo a Rieti, la mia città per chi non lo sapesse, di un illustre economista di nome Riccardo Moro.

Bene, il suo intervento è stato molto interessante, sia perché ha fatto il punto, a parole semplici, su come sia nata la crisi economica che tutti stiamo vivendo, sia su quali siano le souzioni più etiche al problema. Di seguito vi metto un articolo che ho pubblicato oggi sull'edizione Lazio Nord de Il Tempo.

E’ stato un richiamo alla responsabilità etica della finanza e alla necessità di tenere ancora duro perché “questa crisi probabilmente è ancora solo all’inizio”. A parlare è il professor Riccardo Moro, economista di fama e presidente della fondazione Giustizia e Solidarietà, che ieri mattina ha tenuto una conferenza, intitolata “I soldi sono tutto?”, nell’auditorium Varrone di Rieti. L'appuntamento è stato organizzato dall'assessore Lidia Nobili e dalla filiale reatina della Banca d'Italia.

...

“Il mercato finanziario è stato avvelenato da titoli spazzatura nascosti ad arte all’interno di pacchetti di qualità – ha detto Moro – Tutti compravano, ma pochissimi sapevano la verità. Quando però il mercato immobiliare statunitense si è sgonfiato, ha trascinato in basso il valore di mutui e case, trasformando molti titoli in carta straccia".
Moro, inoltre, ha lanciato l’allarme sull’effetto “domino” che una crisi all’inizio solo finanziaria, sta ora avendo sull’economia reale, in particolare nel settore dell’automobile.
“La flessione nelle vendite delle auto si ripercuoterà su tutte le aziende e sulle famiglie, perché con i primi licenziamenti di massa, partirà un effetto a catena difficile da fermare. L’unica soluzione è agire subito con aiuti pubblici, salvare le banche che sono indispensabili al sistema e ridare fiducia ai mercati”.
Ma l’aiuto pubblico pone dei problemi etici: “I soldi pubblici sono per definizione di tutti, ma in particolare sono dei più poveri, di quelli cioè che non possono pagarsi scuole e sanità private - spiega ancora Moro - Se noi togliamo risorse al pubblico per darle alle banche, dobbiamo vincolarne le azioni. Non bisogna aiutare chi è ricco e ha speculato, ma agire sulle leve della maggiore occupazione e della domanda aggregata, in special modo di quella relativa ai beni durevoli. Questo sarebbe un modo etico per ripartire, ma per farlo c'è bisogno di accordi internazionali più vasti possibili e non limitati ai soli G8 o G20”.


Aggiungo che una parte del discorso è stata riservata ai paradisi fiscali, che ho scoperto essere anche molto meno esotici delle famose isole dei Caraibi (alzi la mano chi non mai sentito parlare delle Cayman...). Ci sono infatti paradisi senza tasse anche nella civilissima Europa come le isole britanniche della Manica o la portoghese Madeira. Per Moro, e mi trova d'accordo, questi paradisi devono scomparire. Perché permettono l'illegalità diffusa e il riclaggio, perché arrivano soldi sporchi (da banchieri e finanzieri corrotti, ma anche da mafiosi e criminali di ogni risma) e ne escono immacolati. Tanto nessuno sa da dove vengono.

Ma al di là della questione etica, che può anche non essere condivisa, l'erosione dei paradisi fiscsali diventa una priorità se vogliamo instaurare un nuovo corso economico più equo e controllato. Un sistema che non potrò tollelare troppi buchi neri o vie di fuga. Ovvio che qui siamo nell'utopia spinta, ma già è tanto che se ne parli pubblicamente.

Voi che ne pensate?

Automobili che passione...

Io vorrei portare ogni tanto buone notizie, lo giuro, ma proprio non mi riesce. La cosa buona delle cattive notizie (passatemi il pessimo gioco di parole) è che in genere fanno riflettere, che poi in fondo è lo scopo di questo blog.

L'economia va male, questo lo sapete tutti. Ma a darci un quadro preciso del baratro, oggi, ci pensa l'Istat. E se leggendo queste righe vi verrà da chiedervi quale futuro si prospetti per precari e disoccupati, lasciate perdere. Certe domande è meglio non formularle. Mai. E' in gioco la vostra sanità mentale.


La produzione dell'industria italiana a dicembre e' crollata del 12,2% rispetto allo stesso mese del 2007 e del 2,5% su novembre 2008. Inoltre l'indice della produzione corretto per giorni lavorativi (dicembre ha avuto un giorno in piu' rispetto al dicembre 2007) ha registrato una diminuzione tendenziale del 14,3%, il calo piu' ampio da gennaio 1991.

Quella di dicembre è la quarta forte caduta consecutiva mensile della produzione industriale, precisano i tecnici dell'Istat evidenziando che nel quarto trimestre la produzione ha registrato una flessione del 7,5%, il calo trimestrale più ampio dall'inizio delle serie storiche, cioé nel 1990. A dicembre i giorni lavorativi sono stati 20, contro i 19 dello stesso mese 2007. L'indice della produzione industriale corretto per giorni lavorativi ha segnato a dicembre variazioni negative per tutti i raggruppamenti principali di industrie rispetto al dicembre dello scorso anno: per i beni intermedi il calo è stato del 20,4%, per i beni strumentali la flessione è stata del 18%, per l'energia del 9,8% e per i beni di consumo del 7,1% (di cui -13,2% per i beni durevoli e -5,5% per quelli non durevoli). La produzione industriale nella media dell'intero 2008 ha registrato un calo del 4,3%, la flessione più ampia da 17 anni. Lo precisano i tecnici dell'Istat, spiegando che si tratta della variazione negativa maggiore dal 1991, cioé dall'inizio della serie storica.

Ma il settore messo peggio, anche qui non è una novità visto che ne parlano ormai anche dentro i micronde, è quello dell'auto.
Crolla, infatti, la produzione di autoveicoli a dicembre. In base ai dati comunicati dall'Istat, si è registrato un calo del 48,9% rispetto a dicembre 2007 (dato grezzo), mentre il dato corretto per giorni lavorativi è stato di -47,7%. Nell'intero 2008 la produzione di autoveicoli è calata del 18,6% in termini grezzi e del 18,3% corretti.

Se siete interessati a leggere tutta l'analisi Istat, vi rimando al sito dell'Ansa CLICCA QUI, dove ho preso la notizia.

Fatemi sapere che ne pensate, non siate timidi!!!

Lotta di classe...

Faccio una provocazione. Visto che in questi giorni si parla tanto di posti di lavoro a rischio, basti pensare ai peana lanciati proprio ieri dalla Fiat, perché non mandiamo a casa un po' di lavoratori a tempo indeterminato per rilanciare l'economia? Due precari assunti a tre-sei mesi ogni lavoratore mandato a casa. Così le aziende risparmiano su contributi e stipendi e la forza lavoro inattiva rientra in circolo (e di certo avrà una certa fame di lavorare e produrre).

Ci ritroveremmo con migliaia di padri di famiglia sulla strada? Bene, così almeno qualcuno si renderà conto che c'è un enorme problema di fondo nel nostro mercato del lavoro. Visto che i signori che ci comandano non ascoltano nessuno tra i venti e i trent'anni, forse quelli sulla cinquantina (e i loro figli adolescenti) avranno più peso contrattuale. Forse cambierà qualcosa, però ci credo poco, pochissimo.

Intanto continuiamo a sentir blaterare di misure anti-crisi, ma per i precari e i disoccupati che non hanno i contributi minimi all'Inps e quindi non possono chiedere il sussidio, tutto tace. Siamo noi i veri poveri, esattamente come le vecchiette che prendono 500 euro di pensione! Ma a noi non tocca nulla. Ci dicono che sono stati messi in campo decine di miliardi di euro, ma dove sono? Di sicuro sono serviti a dare una mano alle banche e serviranno a far ripartire le grosse aziende (solo quelle, però, perché se sei piccolo o tiri la cinghia o chiudi). Insomma la morale è sempre la stessa: il grande se la cava sempre meglio del piccolo, anche con la "solidarietà" di Stato.

Chiudo ricordando un piccolo particolare che forse ai più è sfuggito in questi giorni di ipertrofia mediatica targata Obama. Il neo presidente nero ha congelato, appena insediato e fino a nuovo ordine, tutti gli stipendi dei funzionari governativi di Washington che percepiscono oltre 100mila dollari l'anno. Più o meno la stessa cosa che succede in Italia, dove nessun parlamentare ha ancora pensato di proporre un taglio del proprio faraonico stipendio (ci saremmo accontentati di 2-3mila euro, mica tanto). Sarebbe un bel gesto, neppure troppo oneroso per i nostri onorevoli, ma da noi non si usa. I sacrifici li fanno i cittadini, mentre la classe dirigente gozzoviglia.

Precari dell'informazione, ecco i miei two cents...

Già che ci sono vi segnalo anche una mia intervista di "inizio anno" pubblicata sul portale di notizie locali "Il giornale di Rieti". La trovate QUI e come sempre aspetto ogni commento.

Anno nuovo, precari vecchi...

Archiviati panettoni e presepi, voglio iniziare il nuovo anno facendo un po’ di conti, numeri alla mano, per capire cosa ci aspetta per i prossimi dodici mesi. Di certo il 2009 non sarà una passeggiata, questo lo sanno anche i sassi ormai. Giusto per farmi un'idea, ieri ho fatto un breve tour nelle agenzie di collocamento interinale della mia città e l’atmosfera era piuttosto plumbea. Sorrisi stiracchiati e un coro di “la contatteremo appena possibile” poco convinti.

Ma quanto c’è di vero e quanto di urlato in questa crisi?

Partiamo dai sindacati. La Cgil, a novembre, ha lanciato l’allarme. Il quadro prospettato dalla sigla parlava di 400mila precari che sarebbero rimasti senza lavoro al 31 dicembre, a causa di mancati rinnovi sindacali. E’ vero oppure hanno esagerato? Per saperlo dovremo portare ancora un po’ di pazienza, visto che le notizie dall’ arrivano sempre frammentarie e in ritardo. Di sicuro lo studio della Cgil mette sul tavolo altri numeri inquietanti. Sarebbero 3,4 milioni i precari italiani, per lo più giovani fino ai 35 anni e nel solo settore privato.

Quanti ce ne sono nel pubblico? Nessuno lo sa. Di sicuro sono tanti, forse più di un milione, ma nelle fila dello Stato regna il caos computazionale. Tanto che persino il ministro Brunetta aveva messo le mani avanti, promettendo un censimento completo e “un piano di stabilizzazione dei precari meritevoli entro il 30 giugno del 2009”. Staremo a vedere.

Nel frattempo, fresca di giornata, è arrivata una nuova tegola sul binomio occupazione-crescita economica. Stavolta la fonte è l’UE che parla di “minimi storici per la fiducia di imprese e consumatori”. Non c’è bisogno di avere una laurea in economia per capire quanto incida il fattore “fiducia” nei delicati equilibri dei mercati e delle economie planetarie. I dati dell’UE, riferiti al 2008, parlano di crollo dei due indicatori principali l’Esi (economic sentiment indicator) e il Bci (business climate indicator), scesi ai livelli più bassi mai toccati dal 1985 ad oggi. In parole povere non c’è speranza nel futuro e senza speranza andiamo poco lontani. Ovviamente l’Italia è come sempre ben piazzata in classifica. Ci teniamo a far bella figura in Europa e così arriviamo secondi, con un bel -9.9%, superati solo dall’Olanda (-13.2%). E per quanto riguarda la disoccupazione? E’ l’unica cosa che cresce, sempre secondo l’UE. A novembre 2008 siamo arrivati al 7.8%, uno 0.1% in più rispetto al mese prima e uno 0.6% in più rispetto al novembre 2007. Che tradotto in cifre, significa 274mila persone in più senza un lavoro in tutta Eurolandia. Ma nel conto ci sono anche i precari? Sembra proprio di no ma tanto i precari non esistono. Sono solo una leggenda metropolitana, un po’ come il coccodrillo bianco delle fogne di New York. Occhio solo a non farvi mordere. Solo per fame, per carità, nessuna cattiveria. D’altronde, dopo un’interminabile sequenza di stage gratuiti e contratti ridicoli, qualcuno avrà pure il diritto di riempirsi lo stomaco, o no?

Ah dimenticavo: buon anno e felice 2009!

Copyright © 2008 - noiPrecari - questo blog è curato da Luca Bianchini
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