Intervista esclusiva, parla Guglielmo Rositani del Cda Rai...

NOIPRECARI OFFRE UN'ESCLUSIVA NAZIONALE. Sì perché sono riuscito ad intervistare, dopo un mese e mezzo d'inseguimento, il nuovo consigliere anziano del Cda Rai, Guglielmo Rositani.

Visto che questo blog parla di precariato e che i media sono uno dei settori in cui il precariato è più feroce, credo che questa intervista possa interessare i miei lettori. O almeno spero vi possa incuriosire. La mia intervista è stata pubblicata oggi anche sul Tempo, edizione Lazio Nord.

Giacca verde e pantaloni blu, Guglielmo Rositani è un politico di lungo corso, ma di certo non ha mai perso l’aria da professore. D’altronde lui il professore l’ha fatto davvero: 28 anni come insegnate dell’istituto tecnico commerciale di Rieti non passano inosservati.
Raggiungiamo il consigliere anziano del nuovo consiglio d’amministrazione Rai nella piazza del Comune di Rieti, comodamente seduto davanti al bar Quattro Stagioni. Rositani stringe mani e raccoglie complimenti, ma non parla volentieri della televisione nazionale né di politica. Non concede interviste e noi abbiamo dovuto inseguirlo per settimane. E alla fine ce l’abbiamo fatta.
“Niente politica e niente domande sul futuro della Rai – ammonisce subito - Sono un consigliere di maggioranza in un cda appena insediato e alle parole preferisco i fatti”. Però acconsente a sentire tutte le domande in programma e, da come sorride tranquillo, capiamo che c’è spazio di manovra.

Cominciamo dal principio, cioè dalla notizia della nomina. Rositani è entrato nel cda di via Mazzini lo scorso 18 febbraio, ma a Rieti si rincorrevano, già prima di Natale, voci e mezze certezze sulla sua futura nomina. Ma lui, Rositani, quando lo ha saputo ufficialmente?
“Mi è stato detto direttamente dal presidente della Camera Gianfranco Fini – ci risponde – Eravamo a Roma, nel suo studio, e mi confidò di volermi affidare questo incarico in Rai oppure il sottosegretariato ai Beni Culturali. Io dissi che avrei preso quello che veniva prima e così è stato”.

Rositani, lei è sindaco di Varapodio, il suo paese d’origine in Calabria, membro del Cda Rai (azienda nella quale è rientrato, dopo aver fatto parte del Collegio sindacale Rai dall’86 al ’92) e di quello per il Ponte sullo Stretto di Messina. Fino a due settimane fa faceva parte anche del direttivo nazionale di An. Ma come riesce a conciliare tutti questi impegni?“Il mio normale giorno di lavoro è molto faticoso, ma io non sono un carrierista e per questo riesco a fare molto di più dei carrieristi, che fanno qualcosa solo in funzione del gettone di presenza. E’ ovvio che il gettone conta anche per me, sarei ipocrita a negarlo, però è l’ultima delle mie preoccupazioni”.

Ma come si svolge una giornata tipo di Guglielmo Rositani?
“Dal lunedì al venerdì e dalle 10.30 alle 21 sono in Rai e nella pausa pranzo, mi dedico al cda del ponte sullo Stretto. Per fortuna la carica di sindaco di Varapodio è più una questione sentimentale che amministrativa, e poi posso contare su un valido vicesindaco, che gestisce il comune senza che io debba recarmi in Calabria più di una volta al mese. Il partito vorrebbe che entrassi anche nella commissione nazionale dello spettacolo, ma onestamente non credo di potercela fare. Sono lusingato dall’offerta del Pdl, perché è un riconoscimento alla mia capacità d’intervenire in situazioni complesse, ma la Rai assorbe quasi tutte le mie energie”.

Rimanendo in casa Rai, conosceva già il nuovo direttore generale Mauro Masi e il presidente Paolo Garimberti prima che arrivassero ai vertici dell’emittenza nazionale?
“Li conoscevo entrambi prima delle nomine. – continua Rositani – Garimberti è un giornalista serio e stimato, che seguo dai tempi delle sue corrispondenze dall’America e dal Vietnam. Mentre sono stato io stesso a proporre, in termini formali e in sede di cda, il nome di Mauro Masi come direttore generale. Apprezzo le sue qualità di manager e sono certo che saprà subito calarsi all’interno dell’azienda e prendere le decisioni giuste”.

Visto che siamo in argomento, quali sono le priorità della “sua” Rai?
“Razionalizzare i costi e migliorare la qualità dei programmi. Sono i due punti cardine su cui dovremo lavorare nei prossimi tre anni”.

Con un reatino d’adozione nel cda (Rositani è in città dal 1965 ndr), cambierà qualcosa nel rapporto Rieti-Rai?“Di sicuro ci saranno ricadute sul territorio, sia a livello di visibilità che di possibilità turistiche. Ho in mente grandi cose per il 2010, ma è presto per parlarne. Certamente Rieti e provincia dovranno essere più presenti nel Tg regionale di Rai Tre. Uno dei miei primi obiettivi è quello di riattivare un’efficiente copertura giornalistica sulla nostra provincia”.

Ma qual è il Rositani pensiero sulla recente nascita del Pdl? Non ci sono possibilità che si verifichino lotte intestine come è avvenuto e sta avvenendo all’interno del Pd? Rositani sospira, ci ricorda che la politica doveva essere un argomento tabù, ma che, in fondo, un piccolo strappo alla regola potrebbe anche farlo.
“C’è una differenza sostanziale tra noi e il Pd. – risponde - La loro è stata una fusione fredda e violenta. Il Pdl, invece, è nato dopo un lungo fidanzamento. E’ l’evoluzione naturale di alleanze che sono cominciate nel 1994 e che hanno dimostrato negli anni di essere solide e serene. Il nuovo partito è nato sotto i migliori auspici”.

Guglielmo Rositani è nato nel 1938, è stato quattro volte deputato e l’incarico in Rai durerà per i prossimi tre anni. Cosa vede ancora nel suo futuro? Pensa di ritornare nell’arena politica dopo l’incarico di via Mazzini?“Questo davvero non lo so – ride – Di certo, ho intenzione d’andare avanti altri 70 anni. Berlusconi dice di poter arrivare fino a 120 anni e io non voglio essergli da meno. Scherzi a parte, finché ci saranno l’entusiasmo e la voglia di fare a tenermi in piedi, andrò avanti. Quando finiranno, sarà arrivato il momento della pensione. Ma credo proprio che quel giorno sia ancora lontano”.

1 commenti:

BladeWise ha detto...

Spero vivamente che i desiderata di Rositani, rispetto al futuro della RAI si trasformino in fatti concreti.
Razionalizzare i costi e migliorare il palinsesto sono due problemi reali della televisione pubblica: non si può continuare a sprecare denaro in spazzatura e informazione di bassa lega.

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