Una vita d'illusioni, la lettera di A. giornalista e precaria...

Amici precari buongiorno (o almeno spero che lo sia per quanto possibile^^).
Oggi mi faccio da parte e vi propongo la lettera speditami qualche giorno fa da una collega giornalista, anche lei precaria come spesso accade in questa professione.

Dateci un’occhiata: è uno spaccato di vita vera, di quelli che colpiscono duro alla bocca dello stomaco.

"Ciao,
mi chiamo A. e ho 33 anni.
Alla fine sei riuscito a trovare un lavoro nel settore del giornalismo?
Io ormai ho perso ogni entusiasmo.
Ho cominciato a scrivere articoli i primi anni di Università, ho avuto anche delle esperienze molto belle (sono stata direttore di un nuovo magazine, ho scritto un libro, ecc.), ho lavorato con realtà diverse (quotidiano, settimanale, mensile per consumatori, società editoriale ecc.) … ma di contratto nemmeno l’ombra!
Solo tante belle parole, e tutto finito lì.
Mi sono capitate cose un po’ “strane”, ti faccio degli esempi:
- un editore mi ha telefonato a fine 2006 proponendomi un progetto editoriale davvero interessante, tra una cosa e l’altra non si è concluso nulla; a giugno eravamo vicinissimi all’assunzione e lui ha avuto dei problemi di salute
- il mio libro è uscito con un anno e mezzo e oltre di ritardo, senza darmi nessuna spiegazione
- un’azienda mi ha cercato perché voleva creare un portale, io ho trovato un grafico con cui collaborare (io i testi, lui la grafica), ma poi tutto è morto lì

Illusioni, illusioni, promesse mai mantenute.
Tutti a dirmi che scrivo bene, che con me si lavora bene… ma dai complimenti ad un’offerta di lavoro c’è di mezzo il mare!!! Al massimo mi sono arrivate proposte per “lavorare” gratis… che tristezza, ad un idraulico non chiedi di aggiustarti i tubi gratis, ad un insegnante non chiedi di seguire i tuoi figli gratis, così… “per la fama”.
Io ho tenuto duro fino adesso, ma ora - dopo oltre dieci anni di INFINITA pazienza, di tenacia, di corsi di inglese, copywriter ecc. ecc., di proposte agli editori ecc. - non ce la faccio davvero più… voglio un futuro, una mia indipendenza, per cui credo che cambierò strada.
Ho tanta delusione, tanta tristezza ma anche tanta rabbia. Emozioni che andrebbero raccontate…"


Che ne pensate del racconto di A.? Volete condividere anche voi le vostre storie di precariato?

Qui tutti hanno voce, basta aver voglia di scrivere.




La vignetta viene da QUI

1 commenti:

Lorenzo Stracquadanio ha detto...

cara dimmi che strada prendi che ti seguo.....

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