Precariato, ecco le tavole della Legge...

Rieccoci qui, dopo una pausa di riflessione un po' lunghetta... Non vi preoccupate: non ho ancora trovato lavoro! Però sono un disoccupato davvero impegnato ultimamente...

Stavolta voglio farvi sorridere (spero) con i dieci comandamenti del precario. Immagino di non essere il primo a scrivere cose del genere, ma vi assicuro che è tutta farina del mio sacco. Al massimo, se vi fanno schifo, saprete a chi dare la colpa.

I dieci comandamenti del precario:

Non desiderare un lavoro a tempo indeterminato, atipico è più bello

Non provare a farti una famiglia, i single vanno di gran moda

Non pensare di aprire un mutuo e comprarti casa, in affitto si vive benissimo

Non desiderare stabilità perché non ne avrai

Non fare progetti a lungo termine, perché i contratti vanno vissuti giorno per giorno

Non andare in vacanza e resta sempre in attesa di un ingaggio, così risparmi pure sulle ferie

Non provare ad ammalarti, perché sennò ti salta il rinnovo

Non ti preoccupare della tua professionalità, servono ingranaggi sostituibili, mica persone capaci

Non ti affezionare troppo ai colleghi, saranno tuoi colleghi per poco

Non pensare alla carriera, tanto non la potrai mai fare


E se dopo tutto questo hai ancora voglia di lavorare, complimenti davvero. Sei uno che ha un palmo di pelo sullo stomaco e che forse un contratto a progetto di tre mesi potrebbe anche riuscire a strapparlo… Crisi permettendo…

3 commenti:

Anonimo ha detto...

carino il decalogo. Suggerisco però un articolo di qualche tempo fa, tanto per pensare in modo più costruttivo. Ecco il link:

http://www.sconfini.eu/Approfondimenti/verso-la-fine-del-precariato-5-idee-per-tornare-a-far-sperare-una-generazione.html

Dario ha detto...

Ahahaha!
E bravo, vedi che ora hai anche tu un Dio? Cioè non ho ancora capito qual è (e forse neanche tu hai loe idee così chiare), ma l'importante è credere nel soprannaturale: vedi il lavoro è proprio come Dio... è dovunque ma non ti dà mai un segno tangibile della sua presenza, ed in ogni caso riguarda sempre gli altri...
no dài che scerzo. Proprio simpatico.

Anonimo ha detto...

Ma davvero la condizione dei laureati in Scienze della Comunicazione è grave? Eppure mi sembra che la maggior parte di quelli che conosco sono riusciti a lavorare nell'ambito del Marketing aziendale.
Forse mi sbaglierò, forse vedo la cosa da fuori, magari tutte queste persone lavorano a progetto o effettuano semplici collaborazioni, ma mi piacerebbe saperne di più.
Per la cronaca, io ho una laurea in Economia e non sto tanto meglio.

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