Reddito minimo garantito, chi può chiedere i soldi alla Regione?

Cari lettori precari, eccomi di ritorno su questo blog!

E’ da circa due mesi che non scrivo più una riga sul meraviglioso (ok, sono ironico) mondo del precariato, ma non preoccupatevi: non ho trovato un lavoro stabile, sono ancora precario. Anzi, sono tornato studente. Ho deciso infatti d’intraprendere l’ennesimo investimento in formazione della mia vita e così dovrò ancor di più stringere la cinghia, sperando che sia la volta buona. In alternativa mi aprirò un bar sulla spiaggia…

Cmq non sto postando per raccontare i fatti miei (che credo abbiano interesse davvero limitato), ma per parlare degli aiuti pubblici ai precari. Mi riferisco al reddito minimo garantito nel Lazio, un esperimento pilota partorito dal governo Marrazzo e che ha l’obiettivo di dare aiuti economici a disoccupati e atipici. Le domande sono già aperte da un paio di settimane, i cittadini laziali possono rivolgersi ai Municipi di Roma o al proprio comune capofila (in genere il capoluogo di provincia) o agli Urp della Regione per la compilazione e per avere tutte le informazioni del caso. Peccato che i moduli non siano ancora disponibili. La Regione non ha dato date certe nella legge pubblicata nel BURL (CLICCATE QUI PER LA LEGGE), anche se sembra che i tanto attesi fogli di carta (fonte Cisl) arriveranno negli uffici pubblici dal 15 di questo mese. Occhio, però, che si tratta solo di una promessa fatta dall’ente pubblico ai sindacati. Per quanto mi riguarda, seguo la filosofia di San Tommaso…

Passando alle cifre, vi dico subito che parliamo di roba consistente: 580 euro al mese per precari o disoccupati e fino a 7000 euro l’anno. Il tetto di spesa è di 20 milioni di euro, ma potrebbe essere raddoppiato. I fondi verranno stanziati dopo la composizione di una graduatoria.
Un aiuto niente male per chi è abituato a fare i salti mortali per pagare l’affitto o fare la spesa.
Ci sono però diversi inghippi, a mio avviso usciti solo ora perché fino ad un mese fa eravamo in campagna elettorale…

Prima di tutto è una misura che si applica solo a chi ha tra i 30 e i 45 anni, quindi chi non rientra in questa fascia si attacca.
E i giovani? Tanto fino a 30 anni stanno a casa con mammà e papà e chisseneimporta se hanno voglia di uscire dal natio ostello e farsi una famiglia. Si arrangino che per loro non c’è posto. Per non parlare, poi, degli over 44. Gente che, mediamente, ha famiglia e figli a carico, che ha ancor più difficoltà dei giovani a riciclarsi in ambito lavorativo, ma che non potrà chiedere alcun aiuto alla Regione…

Poi c’è il tetto di reddito, stabilito a non più di 8mila euro dichiarati nel 2008. Decisamente basso, qui non parliamo di atipici, qui parliamo di poveri. Basta guadagnare 700 euro netti al mese per sforare il tetto. Una cifra ridicola di questi tempi.

Poco o niente, infine, si dice per chi è precario E deve pagarsi un affitto, magari perché è un fuorisede costretto a vivere lontano da casa (ma sempre all’interno della regione) per motivi di lavoro. C’è solo una piccola voce dedicata a chi è in “dichiarata emergenza abitativa”. Ok, bene che ci sia almeno quello, ma l’esercito di laziali, che magari lavorano per 600 euro al mese e devono pagarsi una stanza a Roma dove li mettiamo? Niente punti in più per loro, in fondo sono abituati alle acrobazie…




VIGNETTA PRESA DA QUI

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ancora a studiare! che pena mi fai, non hai capito che questi master non offrono alcuna prospettiva!!!vai a fare la gavetta!!!

ioPrecario ha detto...

Ti assicuro che la gavetta l'ho fatta, visto che lavoro da sette anni e non ne ho neppure trenta.

Detto questo, non mi sembra che il tuo commento sia stato un granché costruttivo, ma forse non avevi voglia di sprecarti...

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