Occupazione, sarà un autunno di sofferenze...

Ok ragazzi le ferie sono finite. Almeno per i fortunati che le hanno avute. Per gli altri, magari per quei precari in attesa di un rinnovo di contratto che manco il Santo Graal, è comunque la fine del periodo “sono tutti in ferie e quindi anch’io posso far finta di esserlo”. Insomma, archiviati paletta e secchiello, ricominciano i problemi, i mal di pancia e gli invii forsennati di cv.

L’autunno è sempre un momento topico per chi è in cerca di lavoro: le aziende, infatti, reclutano nuovi lavoratori o a fine estate o a inizio anno. Quindi è il momento di darci dentro.

Ma che autunno ci aspetta? Quali prospettive ci sono per l’occupazione italiana? Nessuno ha la palla di vetro, ma qualche intervento informato c’è già stato. Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha parlato di una crisi che “sta gradualmente rientrando”, ma che la situazione è comunque ancora caratterizzata da “forti incertezze”. Sempre secondo Draghi, il PIL nel 2010 potrebbe ricominciare a crescere, ma questo non significa necessariamente che i precari e gli atipici potranno tornare a lavorare e sperare.

E le aziende come sono messe? “Non poche imprese – risponde Draghi - soprattutto quelle più esposte verso gli intermediari finanziari, che avevano avviato prima della crisi una promettente ristrutturazione, colte a metà del guado dal crollo della domanda, potrebbero veder frustrato il loro sforzo di adeguamento organizzativo, tecnologico, di mercato; rischiano la stessa sopravvivenza”. E se rischiano la sopravvivenza dovranno rivolgersi a manodopera sempre più volatile e avventizia, anche per i lavori specialistici e di concetto, perché la parola d’ordine è sempre e comunque risparmiare. E indovinate un po’ chi è che pagherà la corsa al risparmio causata dalla stretta sul credito da parte delle banche e la crisi dei comparti produttivi? Vi sentite chiamati in causa? Ma non è che avete la coda di paglia?!?!

Insomma Draghi non c’è stato di grande conforto. Ma a sentire la Confindustria e il ministro del Welfare Sacconi, le cose non migliorano.

«A settembre, ottobre e novembre, pur essendo l'economia in ripresa, qualche problema ci sarà» sul fronte dell'occupazione. Sono le parole del vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei su Radio Uno. «Mi auguro - ha proseguito Bombassei - che il problema sia limitato e che, anche se si perderanno posti, le misure prese saranno sufficienti per arginare gli effetti sui consumi».

Mentre per Sacconi si tratterà di “un autunno freddo” e che “potrebbero esserci posti a rischio”. Evvai! (i virgolettati li ho presi dall'edizione on line del Messaggero CLICCATE QUI)

Sentiamo i sindacati, magari loro ci rincuorano. “Un milione di posti di lavoro in meno alla metà del 2010”. Ecco fatto. Andiamo bene. Speriamo che Agostino Megale, segretario confederale della Cgil che parla in base alle stime Ires, abbia sbagliato i calcoli. In difetto.
"Purtroppo il nostro Paese – continua Megale - rispetto ai segnali di rallentamento della recessione economica di Stati Uniti, Francia e Germania, con il suo Pil a -6% nel 2009, rischia un impatto sull'occupazione in autunno molto pesante”.
"Il passaggio del tasso di disoccupazione dal 6,3% al 9,4% del 2009 ed al 10,3% nel 2010 porta tra gli 800mila ed un milione di posti di lavoro a rischio alla meta' del 2010” (fonte ADN/Kronos).

Insomma, se da un lato ci dicono che la crisi sta passando, cosa che credo sia in parte vera, dall’altra non penso che ci sarà troppo da stare allegri nei prossimi mesi. Soprattutto perché chi stava male prima continuerà, probabilmente, a stare male anche dopo. E’ saggezza popolare, ma direi che calza a pennello. Il problema di fondo rimane sempre lo stesso. Finché ci saranno lavoratori di serie A e serie B, saranno sempre quest’ultimi a pagare le conseguenze più pesanti delle congiunture economiche sfavorevoli. Quel che servirebbe è una rivoluzione etica del mercato del lavoro italiano, cercando di riaggiustare quei pesi e quelle garanzie che oggi pendono da un solo lato. La crisi è un’opportunità di cambiamento.

Non si tratta di destra o di sinistra, si tratta di persone con il loro sacrosanto diritto alla dignità e alla felicità.


La vignetta viene da QUI

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